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Gragnano. Resti di Villa Rustica in proprietà Malafronte.

Gragnano. Remains of a Villa Rustica in proprietà Malafronte.

Excavated 1984.

 

Bibliography

Di Massa G., 2000. Il Territorio di Gragnano nell’antichità e l’Ager Stabianus., p. 22-3, plan no. 8.

Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, pp. 17-66, figg. 2, 4 to 11.

 

Giuseppe Di Massa

The villa, dating back to the 2nd century BC, as evidenced by the presence of Campana A ceramics, was already abandoned at the time of the eruption of the 79 A.D.

It was probably destroyed during the social war of 89 BC.

It preserves the remains of the original masonry in rectangular tufa blocks juxtaposed with crosses, other artifacts in opus incertum, numerous rooms and a rectangular bathtub in a courtyard.

See Di Massa G., 2000. Il Territorio di Gragnano nell’antichità e l’Ager Stabianus, p. 22-3, plan no. 8.

 

La villa, risalente al II sec a.C., come testimonia la presenza di ceramica Campana A, era già abbandonata all’atto dell’eruzione del 79 d.C.

Probabilmente fu distrutta durante la guerra sociale dell’89 a.C.

Conserva resti della muratura originaria in blocchi di tufo rettangolari giustapposti a croce, altri manufatti in opus incertum, numerosi ambienti ed una vasca rettangolare in un cortile.

Vedi Di Massa G., 2000. Il Territorio di Gragnano nell’antichità e l’Ager Stabianus, p. 22-3, pianta n. 8.

 

Gragnano. Remains of a Villa Rustica in proprietà Malafronte. Plan of remains.
See Di Massa G., 2000. Il Territorio di Gragnano nell’antichità e l’Ager Stabianus, p. 23, plan no. 8.

Gragnano. Resti di Villa Rustica in proprietà Malafronte. Pianta di resti.
Vedi Di Massa G., 2000. Il Territorio di Gragnano nell’antichità e l’Ager Stabianus, p. 23, pianta n. 8.

Gragnano. Remains of a Villa Rustica in proprietà Malafronte. Plan of remains.

See Di Massa G., 2000. Il Territorio di Gragnano nell’antichità e l’Ager Stabianus, p. 23, plan no. 8.

 

Gragnano. Resti di Villa Rustica in proprietà Malafronte. Pianta di resti.

Vedi Di Massa G., 2000. Il Territorio di Gragnano nell’antichità e l’Ager Stabianus, p. 23, pianta n. 8.

 

 

Paulo Miniero

 

Nel 1984 due interventi di scavo condotti nell'entroterra collinare dell'ager Stabianus, a Casola ed a Gragnano (fig. I ), portarono alla luce i resti di due insediamenti, che si rivelarono pertinenti ad un'epoca della storia di Stabiae, compresa tra il IV e il II secolo a.C., della quale non si possedeva alcuna documentazione, essendo fino ad allora conosciuto il periodo più antico, documentato dalla necropoli in località Madonna delle Grazie (VII -fine IV secolo a.C.), e quello più recente (89 a.C. -79 d.C.) relativo alle villae ed all'abitato di Stabiae.

 

Malgrado il carattere di emergenza dei due interventi e la limitata estensione dell'area di scavo, è stato possibile riconoscere che in entrambi i siti lo strato di pomici del 79 d.C. non poggiava direttamente sui resti murari e che questi ultimi erano obliterati da uno strato di humus alto tra i 30 e i 50 centimetri (fig. 2).

 

Una simile evidenza stratigrafica, unita alla presenza di strutture murarie, di cui non si conservavano che scarsi resti di fondamenta di difficile interpretazione, e di materiale ceramico a vernice nera, rese evidente fin dal momento dello scavo che i due insediamenti erano già abbandonati prima del 79 d.C.  L'assenza in entrambi i siti di Terra sigillata italica ha consentito di ipotizzare il momento del loro abbandono nel corso del I secolo a.C., collegandolo alle vicende della conquista e della distruzione dell'oppidum Stabianum effettuata da Silla nell'89 a.C.

 

Il particolare interesse cronologico che rivestono i due insediamenti per lo studio delle ceramiche di età repubblicana ha indotto chi scrive a rendere noti i risultati dello scavo ed a fornire un catalogo il più possibile completo di tutti i materiali rinvenuti, allegando in ultimo due tavole sinottiche con la distribuzione per contesti (Appendici 3 e 4) e due diagrammi stratigrafici per attività (Appendici 1 e 2).

 

Gragnano. Resti di Villa Rustica in proprietà Malafronte. 1984. Fig. 4. Pianta di resti.
Vedi Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V 1991-2, p. 22, fig. 4.

Gragnano. Resti di Villa Rustica in proprietà Malafronte. 1984. Fig. 4. Pianta di resti.

Vedi Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V 1991-2, p. 22, fig. 4.

 

Gragnano, F. 10, pari. 271, proprietà Malafronte

 

Lo scavo che si condusse in quest'area rivelò resti di strutture simili per sequenza stratigrafica, stato di conservazione e materiali a quelle di Casola.

 

Rimosso infatti lo strato di pomici del 79 d. C. (altezza circa m 2,60), esse risultarono obliterate da uno strato che, fino al piano sul quale poggiavano le strutture, presentava un'altezza massima di m 0,49 nella parte ovest dell'area e di m 0,12 all'estremità est (fig. 4). In questo strato, costituito da terreno bruno con presenza di residui di materiali delle strutture, si raccolsero frammenti di ceramica comune e da fuoco databili tra il I secolo a. C. ed il I secolo d. C., che collocano in questo periodo l'abbandono delle strutture.

 

La prima struttura che emerse si trovava sul limite occidentale dello scavo (fig. 4, muro 1). Era orientata in direzione nord-sud e si estendeva per l'intera lunghezza dell'area di scavo, continuando nelle aree adiacenti (lunghezza massima m 15,80; larghezza m 0,40; altezza minima m 0,30, massima m 0,60). Il muro presentava due tecniche edilizie: un tratto di circa 3 metri (dal limite sud) in opus incertum in calcare del Sarno con materiali di reimpiego (tegole e parti di cocciopesto) e la rimanente parte, di m 12, in corrispondenza dell'area sulla quale si rinvennero i resti di fondazione, era in blocchi squadrati di tufo nocerino, meglio conservati verso l'estremità nord del muro. Questo tratto di muro in tufo solo sul lato est presentava un filare di blocchi appoggiato sul piano rinvenuto alla base dello strato di abbandono, come fosse un rinforzo nel punto di attacco della muratura al piano.

 

L'impressione della non contemporaneità del muro in tufo con il piano fu confermata da due saggi presso l'estremità settentrionale del muro, rispettivamente ad est (saggio 1) (fig. 5) e ad ovest (saggio 2) (fig. 6). Essi evidenziarono che la muratura originaria era in opera a telaio, costituita da tre filari verticali di grossi blocchi parallelepipedi di tufo disposti alternativamente in verticale ed in orizzontale, di dimensioni differenti e con riempimento intermedio in blocchi di tufo più piccoli e pietre in calcare di forma irregolare e distanziate tra loro (fig. 7).

 

Nel tratto scoperto (di circa m 4 di lunghezza) l'altezza massima del muro in opera a telaio era di circa m 2; la dimensione dei blocchi verticali di m O, 90 x 0,40; quella dei blocchi orizzontali di m 1 x 0,20 e quella dei blocchi di riempimento mediamente di m 0,20 x 0,30.

 

L'arcaicità della muratura era sottolineata dal l'assenza di calce tra i blocchi e dal loro aspetto massiccio con anatyrosis.

 

Il saggio 2, condotto sul lato ovest del muro (fig. 6), evidenziò che esso era stato obliterato da uno strato di riempimento costituito da sabbia, ciottoli di fiume e pietrisco, per un'altezza massima di m 0,80 (contesto 4), al di sotto del quale si evidenziò uno strato di terreno argilloso, altezza circa m 0,60, alla cui base erano allettati i blocchi (contesto 5), ad una profondità di m 1,60 dal piano di calpestio situato ad est del muro.

 

I materiali provenienti da questi due strati, con cronologia al II secolo a. C., indicavano che l'obliterazione del muro in opera a telaio era avvenuta in quel periodo.

 

Nel saggio 1, praticato ad est del muro (fig. 5), al di sotto del piano, si evidenziarono due strati di riempimento, costituiti superiormente da terreno argilloso (altezza massima m 0,80) ed inferiormente da riempimento alluvionale (altezza massima m 0,60 circa). Da quest'ultimo soltanto provengono frammenti di ceramica con cronologia prevalentemente al II secolo a. C. (contesto 6), confermando che l'obliterazione del muro era avvenuta simultaneamente in quel periodo. Inoltre, verso l'estremità nord del saggio 1, si rinvennero resti di un'altra muratura (fig. 4., muro 2) che poggiava sullo stesso livello del muro 1, con il quale formava un angolo, essendo perpendicolare ad esso. Il muro 2 (lunghezza massima m 6, larghezza m 0,40) era anch'esso in blocchi di tufo, probabilmente della stessa fattura ilei muro 1, come indicava la presenza nell'angolo con il muro I di un blocco verticale, altezza m 0,60, sul quale era disposto uno orizzontale (altezza ·m 0,30), conservatosi in minima parte (cfr. fig. 5, saggio 1, sezione del lato nord). La restante parte del muro 2 si conservava in altezza per soli m 0,40.

 

I muri 1-2 risultavano pertinenti allo stesso periodo originario (periodo 1; cfr. Appendice 2) e probabilmente furono obliterati simultaneamente. Dei due muri solo il muro I fu riutilizzato nel II periodo, rinforzandolo e forse anche rifacendolo in elevato con gli stessi blocchi, mentre il muro 2 non fu più ripristinato.

 

Al I periodo risultò pertinente anche una cisterna di forma rettangolare, delimitata sui lati nord, ovest e sud da resti di mura di II periodo, appoggiati al muro 1 (fig. 4, muri 3, 4 e 5). La cisterna, utilizzata in questo periodo con dimensioni di m 1,45 x I circa, era originariamente più lunga, come dimostrava il lato sud intonacalo ritrovato al di sotto del muro 3 (fig. 8). La sua lunghezza originariamente risultò di m 2, mentre la profondità di m 1 rimase invariata.

 

Il materiale più antico ritrovato nella cisterna, databile tra l'inizio del Ili secolo ed il secondo quarto del II secolo a. C., relativo al suo utilizzo nel I periodo, fornisce un importante riferimento cronologico circa la vita di questo più antico insediamento, per il quale si disponeva solo del dato relativo alla sua obliterazione nel II secolo a.C.

 

Quanto all'interpretazione dell'insediamento del I periodo, è solo ipotizzabile che possa riferirsi ad una fattoria lungo un canale o un corso d'acqua, della quale il muro 1 costituiva un tratto del perimetro ed il cui abbandono potrebbe essere stato causato da un interramento per cause naturali, che resero necessaria la sopraelevazione sia del muro sia del piano ad est, sul quale si impiantò un successivo insediamento in un momento avanzato del II secolo a. C.

 

Di quest'ultimo si conservavano scarsi resti di fondazione di alcuni ambienti, disposti secondo un orientamento non perfettamente ortogonale al muro 1, al quale alcuni di essi si appoggiavano (fig. 9).

 

Lo scavo ebbe inizio dal limite orientale dell'area, dove si evidenziarono resti delle fondamenta di quattro ambienti (fig. 4, A-B-C-D), conservati mediamente per un'altezza di m 0,15 e per una larghezza di m 0,45.

 

Esse erano prevalentemente in pietre irregolari di tufo (fig. 10) (riutilizzo del precedente insediamento?) con inserimento anche di pietre calcaree, indizio forse di una muratura in opus incertum di tipo misto.

 

Non si riuscì a delimitare interamente nessuno dei quattro ambienti e solo per C e D si riuscì a misurare rispettivamente la lunghezza (m 3, 70) e la larghezza (m 1,50). L'ambiente C, che presentava dimensioni maggiori, era l'unico a conservare un tratto di pavimento in cocciopesto (m 2 x 2,50 circa) (fig. 11).

 

I materiali provenienti dal piano di calpestìo degli ambienti A e D (contesti 8 e 9) indicano una cronologia verso la metà del II secolo a. C., riferibile alla loro fase di vita.

 

Dall'ambiente C, situato al limite dell'area di scavo, proviene un contesto inquinato nel quale, accanto a materiali di età repubblicana si è rinvenuto un frammento di Terra sigillata africana di II-III secolo d.C., che si ritrova con due frammenti anche in un altro contesto relativo all'ambiente D lato nord.

 

Continuando lo scavo verso ovest si evidenziò un altro ambiente (E), che sembrava avere la funzione di separare gli ambienti A. 8. C, e D da un'area più vasta situata più ad ovest (F). Anche l'ambiente E conservava tracce di pavimentazione in cocciopesto, al di sotto della quale si rinvennero frammenti di ceramica a vernice nera residui del primo periodo, mentre gli altri materiali confermano la cronologia al pieno II secolo a. C.

 

L'ambiente F risultò il più ampio, essendo il lato nord conservato per una lunghezza massima di m 6 e quello est per m 4,5. È probabile che il lato nord si collegasse al muro 1. Non si conservano tracce di un muro sud, salvo i muri 3, 4 e 5, che racchiudono la cisterna di I periodo di cui si è già parlalo (vedi supra). L'ampia dimensione dell'ambiente F e la presenza della cisterna inducono ad interpretare questa zona come cortile.

 

I resti che si sono descritti sono riferibili con molta probabilità ad una fattoria costruita su di un precedente insediamento (I periodo). Essa è costituita da una serie di ambienti, per i quali non è possibile avanzare alcuna interpretazione, con un cortile anteriore prospiciente un canale colmatosi alla fine del I periodo e con il lato perimetrale costituito dal muro 1 ripristinato.

 

P. M.

 

Vedi Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, pp. 17-66.

 

 

Report of Paulo Miniero

Our approximate translation:

 

In 1984, two excavations carried out in the hilly hinterland of Ager Stabianus, in Casola and Gragnano (fig. 1), brought to light the remains of two settlements, which turned out to be pertinent to an era in the history of Stabiae, including between the 4th and 2nd centuries BC, of ​​which no documentation was possessed, the oldest period being known until then, documented by the necropolis in the Madonna delle Grazie locality (7th-late 4th century BC), and the oldest recent (89 BC -79 AD) relating to the villae and the inhabited area of ​​Stabiae.

 

Despite the emergency nature of the two interventions and the limited extension of the excavation area, it was possible to recognize that in both sites the pumice layer of 79 AD. it did not rest directly on the wall remains and that the latter were obliterated by a layer of humus between 30 and 50 centimetres high (fig. 2).

 

A similar stratigraphic evidence, combined with the presence of wall structures, of which only a few remains of foundations of difficult interpretation were preserved, and of ceramic material with black paint, made it evident from the moment of the excavation that the two settlements were already abandoned before the 79 AD The absence of both Italic Terra Sigillata sites allowed us to hypothesize the moment of their abandonment during the 1st century BC, linking it to the events of the conquest and destruction of the oppidum Stabianum carried out by Sulla in 89 BC.

 

The particular chronological interest that the two settlements have for the study of republican ceramics has led the writer to make known the results of the excavation and to provide a catalogue as complete as possible of all the materials found, finally attaching two synoptic tables with the distribution by context (Appendices 3 and 4) and two stratigraphic diagrams by activity (Appendices 1 and 2).

 

Gragnano. Remains of a Villa Rustica in proprietà Malafronte. 1984. Fig. 4. Plan of remains.
See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V 1991-2, p. 22, fig. 4.

Gragnano. Remains of a Villa Rustica in proprietà Malafronte. 1984. Fig. 4. Plan of remains.

See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V 1991-2, p. 22, fig. 4.

 

Gragnano, F. 10, pari. 271, proprietà Malafronte

 

The excavation conducted in this area revealed the remains of structures similar in stratigraphic sequence, state of preservation and materials to those at Casola.

 

In fact, having removed the layer of pumice dating from 79 AD (about 2.60 m high), the structures were obliterated. (height approximately 2.60 m), they were obliterated by a layer that, up to the level on which the structures rested, had a maximum height of 0.49 m in the western part of the area and 0.12 m at the eastern end (Fig. 4). In this layer, consisting of brown soil with the presence of residues of material from the structures, fragments of pottery and fire pottery dating from the 1st century B.C. to the 1st century A.D. were collected, placing the abandonment of the structures in this period.

 

The first structure to emerge was located on the western edge of the excavation (Fig. 4, wall 1). It was oriented in a north-south direction and extended along the entire length of the excavation area, continuing into the adjacent areas (maximum length 15.80 m; width 0.40 m; minimum height 0.30 m, maximum 0.60 m). The wall had two construction techniques: a section of approximately 3 metres (from the southern limit) in opus incertum in Sarno limestone with reused materials (tiles and parts of cocciopesto) and the remaining part, 12 metres long, in the area where the remains of the foundation were found, was in squared blocks of Nocerine tuff, better preserved towards the northern end of the wall. Only on the eastern side of this stretch of tufa wall was there a row of blocks resting on the plane found at the base of the abandoned layer, as if it were a reinforcement at the point of attachment of the masonry to the plane.

 

The impression of the non-contemporaneity of the tufa wall with the floor was confirmed by two tests near the northern end of the wall, respectively on the east (trench 1) (fig. 5) and the west (trench 2) (fig. 6). They showed that the original masonry was of opera a telaio construction, consisting of three vertical rows of large parallelepiped tufa blocks arranged alternately vertically and horizontally, of different sizes and with an intermediate filling of smaller tufa blocks and irregularly shaped limestone stones spaced between them (fig. 7).

 

In the uncovered section (approximately 4 m in length), the maximum height of the opera a telaio wall was approximately 2 m; the size of the vertical blocks was O.90 x 0.40 m; the size of the horizontal blocks was 1 x 0.20 m, and the size of the filler blocks averaged 0.20 x 0.30 m.

 

The archaic nature of the masonry was underlined by the absence of lime between the blocks and by their massive appearance with anathyrosis.

 

Trench 2, conducted on the western side of the wall (fig. 6), showed that it had been obliterated by a filling layer consisting of sand, river pebbles and crushed stone, up to a maximum height of 0.80 m (context 4), below which a layer of clayey soil, approximately 0.60 m high, was visible, at the base of which the blocks were bedded (context 5), at a depth of 1.60 m from the floor level located to the east of the wall.

 

The material from these two layers, chronologically dated to the 2nd century B.C., indicated that the obliteration of the opera a telaio wall occurred during this period.

 

In trench 1, to the east of the wall (fìg. 5), below the floor, two layers of fill were revealed, the upper layer consisting of clayey soil (maximum height 0.80 m) and the lower layer of alluvial fill (maximum height approximately 0.60 m). From the latter only come pottery fragments with a chronology mainly from the 2nd century BC (context 6), confirming that the obliteration of the wall occurred simultaneously in that period. In addition, towards the northern end of trench 1, the remains of another wall (fig. 4., wall 2) were found, which rested on the same level as wall 1, with which it formed an angle, being perpendicular to it. Wall 2 (maximum length 6 m, width 0.40 m) was also made of tufa blocks, probably of the same construction as wall 1, as indicated by the presence of a vertical block (height 0.60 m) at the corner with wall 1, on top of which was a horizontal block (height - 0.30 m), only minimally preserved (cf. fig. 5, trench 1, section of the northern side). The remaining part of wall 2 was only 0.40 m high.

 

Walls 1-2 belonged to the same original period (period 1; cf. Appendix 2) and were probably obliterated simultaneously. Of the two walls, only wall I was reused in the second period, reinforcing it and perhaps even rebuilding it on high ground with the same blocks, while wall 2 was never restored.

 

A rectangular cistern, bordered on the north, west and south sides by the remains of a second-period wall, resting against wall 1, also belonged to the first period (figs. 4, walls 3, 4 and 5). The cistern, used in this period with dimensions of approximately 1.45 m x I, was originally longer, as shown by the south side plasterwork found below wall 3 (fìg. 8). Its length was originally 2 m, while its depth of 1 m remained unchanged.

 

The oldest material found in the cistern, which can be dated between the beginning of the 1st century and the second quarter of the 2nd century B.C., and which relates to its use in the 1st period, provides an important chronological reference to the life of this oldest settlement, for which only the information about its obliteration in the 2nd century B.C. was available.

 

As for the interpretation of the settlement of the 1st period, it is only conceivable that it could refer to a farm along a canal or a watercourse, of which wall 1 constituted a part of the perimeter and whose abandonment could have been caused by silting up for natural causes, which made it necessary to raise both the wall and the floor to the east, on which a later settlement was established at a later stage in the 2nd century BC.

 

Of the latter, there are scanty remains of the foundations of some rooms, arranged in an orientation that is not perfectly orthogonal to wall 1, to which some of them leaned (fig. 9).

 

The excavation began at the eastern limit of the area, where the remains of the foundations of four rooms were revealed (fig. 4, A-B-C-D), with an average height of 0.15 m and a width of 0.45 m. The foundations were mainly made of irregular stones.

 

The foundations were mainly made of irregular tufa stones (fig. 10) (a re-use of the previous settlement?) with the addition of limestone, perhaps a sign of a mixed type of masonry in opus incertum.

 

None of the four rooms could be completely delimited, and only for C and D were the length (3.70 m) and width (1.50 m) respectively measured. Room C, which was larger in size, was the only one to preserve a section of cocciopesto floor (approximately 2 x 2.50 m) (fig. 11).

 

Materials from the floor of rooms A and D (contexts 8 and 9) indicate a chronology around the middle of the 2nd century B.C., referring to their phase of life.

 

From room C, located at the edge of the excavation area, comes a polluted context in which, next to materials from the Republican period, a fragment of African Terra sigillata from the 2nd-3rd century A.D. was found, which is also found with two fragments in another context in room D on the north side.

 

Continuing the excavation towards the west revealed another room (E), which seemed to have the function of separating rooms A. 8. C and D from a larger area located further west (F). Room E also retained traces of cocciopesto flooring, under which fragments of black glazed pottery were found, remaining from the first period, while the other materials confirm the chronology to the middle of the 2nd century B.C.

 

Room F was the largest, the north side being preserved for a maximum length of 6m and the east side for 4.5m. It is probable that the north side was connected to wall 1. There are no traces of a south wall, except for walls 3, 4 and 5, which enclose the first-period cistern already mentioned (see above). The large size of room F and the presence of the cistern lead to the interpretation of this area as a courtyard.

 

The remains described above are most probably related to a farm built on a previous settlement (1st period). It consists of a series of rooms, for which no interpretation is possible, with a front courtyard facing a canal filled in at the end of the 1st period and with the perimeter side consisting of the restored wall 1.

 

P. M.

 

See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, pp. 17-66.

 

Le figure. The figures.

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 2. Particolare dello strato di abbandono.
Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 2. Detail of the abandonment layer.
Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p 20 fig. 2.

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 2. Particolare dello strato di abbandono.

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 2. Detail of the abandonment layer.

Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p 20 fig. 2.

 

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 5. Saggio 1, sezione stratigrafica.
Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 5. Trench 1, stratigraphic section.
Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p. 23 fig. 5.

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 5. Saggio 1, sezione stratigrafica.

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 5. Trench 1, stratigraphic section.

Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p. 23 fig. 5.

 

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 6. Saggio 2, sezione stratigrafica.
Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 6. Trench 2, stratigraphic section.
Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p. 24 fig. 6.

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 6. Saggio 2, sezione stratigrafica.

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 6. Trench 2, stratigraphic section.

Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p. 24 fig. 6.

 

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 7. Particolare del muro 1 in opera a telaio.
Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 7. Detail of the wall 1 in opera a telaio.
Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p. 25 fig. 7.

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 7. Particolare del muro 1 in opera a telaio.

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 7. Detail of the wall 1 in opera a telaio.

Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p. 25 fig. 7.

 

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 8. Particolare della cisterna presso il muro 1 e di resti di strutture di II periodo che la delimitano.
Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 8. Detail of the cistern at Wall 1 and of the remains of structures of the II period that delimit it.
Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p. 25 fig. 8.

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 8. Particolare della cisterna presso il muro 1 e di resti di strutture di II periodo che la delimitano.

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 8. Detail of the cistern at Wall 1 and of the remains of structures of the II period that delimit it.

Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p. 25 fig. 8.

 

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 9. Veduta dei resti di strutture di II periodo in corso di scavo.
Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 9. View of the remains of structures of II period under excavation.
Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p. 26 fig. 9.

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 9. Veduta dei resti di strutture di II periodo in corso di scavo.

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 9. View of the remains of structures of II period under excavation.

Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p. 26 fig. 9.

 

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 10. Resti di fondazioni in tufo (ambiente B).
Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 10. Remains of tufa foundations (Room B).
Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p. 26 fig. 10.

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 10. Resti di fondazioni in tufo (ambiente B).

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 10. Remains of tufa foundations (Room B).

Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p. 26 fig. 10.

 

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 11. Ambiente C, tratto di pavimento in cocciopesto.
Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 11. Room C, stretch of cocciopesto floor.
Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p. 26 fig. 11.

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 11. Ambiente C, tratto di pavimento in cocciopesto.

Gragnano proprietà Malafronte. 1984. Fig. 11. Room C, stretch of cocciopesto floor.

Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p. 26 fig. 11.

 

Gragnano proprietà Malafronte. Appendice 2. Diagramma stratigrafico per attività.
Gragnano proprietà Malafronte. Appendix 2. Stratigraphic diagram by activity.
Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p. 56 Appendice 2.

Gragnano proprietà Malafronte. Appendice 2. Diagramma stratigrafico per attività.

Gragnano proprietà Malafronte. Appendix 2. Stratigraphic diagram by activity.

Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p. 56 Appendice 2.

 

Gragnano proprietà Malafronte. Appendice 4. Elenco dei materiali per contesti.
Gragnano proprietà Malafronte. Appendix 4. List of materials by contexts.
Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p. 58-9 Appendice 4 e p. 25-54 per dettagli individuali/for individual details.

Gragnano proprietà Malafronte. Appendice 4. Elenco dei materiali per contesti.

Gragnano proprietà Malafronte. Appendix 4. List of materials by contexts.

Vedi/See Miniero P., Di Giovanni V., Gasperetti, G. Insediamenti di età repubblicana nell' ager Stabianus in Rivista di Studi Pompeiani V, 1991-2, p. 58-9 Appendice 4 e p. 25-54 per dettagli individuali/for individual details.

 

 

 

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Ultimo aggiornamento - Last updated: 11-Oct-2021 17:32